Ghiacciaio Adamello

La più importante estrazione di ghiaccio nell'arco alpino

Descrizione lavoro

Il progetto Ada270 è nato circa 2 anni fa dall'idea del Prof. Valter Maggi, Lino Zani, Luca Albertelli e Gregorio Mannucci. Gli studi e le ricerche del Prof. Maggi , unite all'esperienza alpinistica di Lino Zani e alle conoscenze geologiche e di monitoraggio dei fenomeni naturali di Luca Albertelli e Gregorio Mannucci, hanno poi portato alla stesura del progetto e alla nascita di questa avventura. E' così, che oltre alla perforazione di questo importante ghiacciaio e a tutti i dati che si potranno ricavare, il progetto si è poi ulteriormente sviluppato prevedendo l'installazione della fibra ottica con il coinvolgimento del Politecnico di Milano e della società Coherentia. Queste attività scientifiche e di innovazione tecnica, si stanno ora concretizzando e si potranno seguire direttamente da questo sito.

Con i suoi 270 metri di ghiaccio rappresenta il più importante e potente archivio della storia ambientale ed umana delle Alpi Italiane ed in particolare della Lombardia: il Ghiacciaio del Mandrone, sul massiccio dell’Adamello, ha molto da raccontare in termini di ambiente e clima, e per la prima volta questo speciale “libro della Natura” potrà essere aperto grazie al progetto ADA 270.

Mai prima d’ora, infatti, nell’intero Arco Alpino sono stati perforati 270 metri di ghiaccio, che è precisamente l’obiettivo collegata con la sede di Regione Lombardia e della Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Nella conferenza stampa è stato dato l’annuncio ufficiale: il 6 aprile prenderà il via l’allestimento del Campo Base e i lavori di preparazione alla perforazione, che durerà circa tre settimane.

Grazie a una serie di strumenti di perforazione e conservazione del ghiaccio (realizzati in collaborazione con un istituto specializzato svizzero), il progetto prevede l’estrazione di una “carota” di ghiaccio di 270 metri, che sarà poi destinata ad analisi e misurazioni da parte del team scientifico per andare a ricostruire gli ultimi 200-300 anni della storia climatica e ambientale dell’area alpina. Lo studio permetterà di rivelare per la prima volta il profilo di temperature verticale del ghiaccio e gli allungamenti e le deformazioni che si presenteranno sulla verticale del foro di perforazione.

Il ghiacciaio dell’Adamello è un ghiacciaio alpino che si trova in alta Val Camonica, a cavallo tra la regione Lombardia ed il Trentino-Alto Adige. È il più vasto ghiacciaio delle Alpi italiane ed è compreso tra una quota massima di 3530 m s.l.m. ed una quota minima di 2550 m s.l.m.

Nel catasto del 1961 del Comitato Glaciologico Italiano è suddiviso in 6 unità, denominate rispettivamente Miller Superiore, Corno Salarno, Salarno, Adamello o Pian di Neve, Adamé e Mandrone.

Un tempo considerato un ghiacciaio di tipo scandinavo, oggi viene classificato come altopiano con lingue radiali, ovvero con una massa centrale dalla quale derivano differenti lingue defluenti.

Alla fine del XIX secolo la superficie del ghiacciaio era superiore ai 3000 ettari, mentre negli anni ’20 del secolo scorso essa si era ridotta a meno di 2500 ettari. Misurata nel 1997 essa ammontava a 1766 ettari, ridotti ulteriormente a 1630 nel 2007.

Da qualche decennio a questa parte pressoché tutti i ghiacciai dell’Adamello stanno attraversando una fase di ritiro, pagando pegno sia a temperature estive più alte rispetto al passato, sia, e soprattutto, al minore accumulo di neve nei mesi autunnali e invernali (dovuto alla progressiva diminuzione delle precipitazioni, fenomeno che ha colpito in generale tutte le Alpi).

Data la sua collocazione topografica, è alimentato quasi esclusivamente dalle precipitazioni nevose dirette.

Per quanto riguarda i ghiacciai sommitali, la diminuzione di massa ha assottigliato lo spessore del ghiaccio, incrementando la formazione di fessure e crepacci che ne rendono insidiosa la percorrenza; per i ghiacciai vallivi, invece, si sta assistendo a un veloce arretramento dei fronti, nell’ordine di decine di metri ogni anno [2].

Tra vari altri esempi nel mondo di ghiacciai in arretramento, due immagini del ghiacciaio del Mandrone, riprese in tempi diversi, vengono presentate da Al Gore nel film Una scomoda verità come esempio di scioglimento delle coltri glaciali prodotto dal riscaldamento globale.